La tubercolosi in Italia
Cosa è
La tubercolosi (Tb) è una malattia infettiva e contagiosa causata da un batterio, il Mycobacterium tuberculosis. Nella maggior parte dei casi interessa i polmoni ma possono essere coinvolte altre parti del corpo. Se non trattata la Tb può portare al decesso.
Diffusione
La Tb è oggi l’infezione che crea più morti al mondo. Alcuni dati riportati dall’OMS riferiscono che nel 2018 sono morte di Tb ben 1,5 milioni di persone e che 10 milioni si sono infettate. Ogni giorno più di 4 mila persone perdono la vita a causa della Tb e circa 30 mila si ammalano. Gli sforzi a livello globale per la prevenzione e dura si stima abbiano salvato dal 2000 al 2018 ben 58 milioni di persone.
La Tb è presente in tutte le parti del mondo ma la maggior parte dei casi si verifica in 30 Paesi ad alta incidenza, soprattutto nel Sud Est Asiatico e in Africa. L’Italia è un Paese a bassa incidenza di Tb dove vengono notificati ogni anno circa 4000 nuovi casi.
Nel 2019 in Italia sono stati notificati 4300 casi di tubercolosi che corrispondono a un’incidenza nella popolazione di 7,1/100.000 abitanti. Dei casi totali notificati nel 2019, 3200 sono stati classificati come casi nuovi (non precedentemente trattati). Tra i nuovi casi 60 pazienti erano positivi all’infezione da HIV. Il 2,8% dei nuovi casi è risultato Tb multiresistente (Mdr-RR Tb).
Come si trasmette
La Tb si trasmette per contagio interumano diretto per via aerea, attraverso le secrezioni respiratorie contenenti i micobatteri emesse nell’aria da un individuo contagioso, per esempio tramite saliva, starnuto o colpo di tosse. Le persone nelle vicinanze possono inspirare i batteri e infettarsi. Attraverso le vie aeree i batteri raggiungono e si depositano nei polmoni dove cominciano a crescere e moltiplicarsi. Da lì in alcuni casi i batteri possono diffondersi attraverso il sangue ad altre parti del corpo. La trasmissione del bacillo fortunatamente non è facilissima. Devono ricorrere alcune condizioni essenziali:
● il malato deve essere affetto da Tb polmonare attiva (“aperta”, “bacillifera”)
● la carica batterica deve essere molto elevata
● il malato non deve essere in terapia
● il ricambio d’aria ambientale deve essere scarso o assente con scarsa esposizione alla luce solare diretta (il batterio è sensibile alle radiazioni UV).
Infezione tubercolare latente
Non tutte le persone che si infettano sviluppano la malattia (solo il 10% circa); il sistema immunitario, infatti, può far fronte all’infezione e il batterio può rimanere quiescente per anni. Questa condizione si chiama infezione tubercolare latente e ne è affetta circa un quarto della popolazione mondiale (1,7 miliardi di persone).
Le persone con infezione tubercolare latente non hanno sintomi e non sono contagiose. Molte persone non svilupperanno mai la malattia, altre invece possono ammalarsi anni dopo. Si stima che il 5-15% delle persone con infezione latente sviluppa la malattia nel corso della propria vita. Le persone ad alto rischio di sviluppare la malattia tubercolare attiva includono:
● persone HIV positive
● persone affette da altre condizioni che indeboliscono il sistema immunitario
● persone con infezione recente (<2 anni)
● neonati e bambini <5 anni di età
● persone che fanno uso di tabacco o droghe
● persone anziane.
La tubercolosi è una malattia fortemente associata alle condizioni in cui vivono le persone. L’abbassamento delle difese immunitarie, infatti, può dipendere dal fatto di vivere in condizioni igieniche molto scarse e di soffrire di uno stato di malnutrizione e cattive condizioni generali di salute.
I sintomi
I sintomi della Tb polmonare sono tosse (che dura più di 3 settimane talvolta con presenza di sangue nell’espettorato), dolore toracico, febbre e sudorazioni notturne. Altri sintomi includono stanchezza e debolezza, perdita di peso. I sintomi della Tb polmonare possono essere lievi per mesi. Questo può portare ad un ritardo nella diagnosi e alla trasmissione dell’infezione. Se la Tb è extrapolmonare, i sintomi dipendono dalla sede coinvolta.
Progressi nella diagnosi
La diagnosi di Tb ha fatto molti progressi, con test molecolari in grado di identificare in poche ore la presenza del micobatterio nell’espettorato dei pazienti con Tb polmonare, invece che in 3-4 settimane come in passato. La rapidità della diagnosi è molto importante per poter iniziare prima possibile la terapia antibiotica e interrompere la catena di trasmissione dell’infezione dal malato alle persone sane.
Trattamento
La Tb è una malattia curabile. Il trattamento farmacologico si basa sull’uso di diversi antibiotici per un periodo di tempo piuttosto lungo. I farmaci antitubercolari di prima scelta solo l’isoniazide, la rifampicina, la pirazinamide, l’etambutolo e la streptomicina. Questi vengono somministrati in associazione di 3/4. Un trattamento regolare e completo è importante per evitare l’insorgenza di ceppi resistenti a farmaci. Un paziente deve quindi seguire alla lettera le istruzioni date dal medico riguardanti l’assunzione dei farmaci e la tempistica: è quello che si chiama “aderenza al trattamento”.
Nel caso di farmacoresistenza, è necessario utilizzare, per un periodo molto più lungo, farmaci di seconda linea, che possono essere molto più costosi e
provocare più effetti collaterali.
Prevenzione
La tubercolosi è una malattia prevenibile. Le persone con infezione tubercolare latente rappresentano un grande “serbatoio umano” per la malattia. Il
trattamento preventivo può impedire l’eventuale sviluppo della malattia in futuro. Esistono più opzioni per il trattamento dell’infezione latente, l’opzione più comune è il trattamento con isoniazide (INH) per un periodo più o meno lungo (circa 6 mesi). Durante la profilassi con isoniazide la maggior parte delle persone può continuare a lavorare, andare a scuola ed fare normali attività.
Attualmente
l’unico vaccino a disposizione contro la tubercolosi è il vaccino vivo
attenuato BCG (bacillo di Calmette Guérin) che è efficace nella prevenzione di forme gravi infantili della malattia.
Il vaccino è utilizzato spesso in bambini piccoli in Paesi con un’elevata
incidenza di Tb. In Italia il vaccino è utilizzato solo in alcune categorie a
rischio. La vaccinazione non protegge completamente dall’infezione ma può ridurre significativamente la diffusione del processo tubercolare.
Le forme resistenti
I batteri che causano la Tb possono sviluppare resistenze agli antimicrobici utilizzati per curare la malattia. La diffusione di trattamenti incompleti o non correttamente somministrati ha portato all’insorgenza di ceppi resistenti agli antibiotici. Nella Mdr-Tb (multidrug resistant-Tb, multi-resistente ai farmaci) i batteri sono resistenti almeno ai due medicinali di prima linea anti Tb più potenti, l’isoniazide e la rifampicina. La Mdr-Tb va quindi curata necessariamente con farmaci di seconda linea. In alcuni casi, attualmente ancora piuttosto rari, la Mdr-Tb può trasformarsi in una forma di infezione ancora più difficile da trattare, in quanto resistente anche ai farmaci di seconda linea, e definita per questo Xdr-Tb (extensively drug-resistant, estremamente resistente).
Eliminare la tubercolosi
Per riuscire a ridurre significativamente l’incidenza di questa malattia nel mondo, è nata nel 2001 l’alleanza globale Stop Tb, un network di oltre 1700 organizzazioni internazionali, Paesi e associazioni pubbliche e private coordinate dall’Oms, che ha fissato come obiettivo quello di eliminare l’epidemia di Tb nel mondo entro il 2030.
Fonti:
• Manuale di malattie infettive (ed. edra – Mauro Moroni, Spinello Antinori, Claudio Maria Mastroianni, Vincenzo Vullo);
• www.epicentro.iss.it/tubercolosi/;-OMS Global TB report: www.who.int/publications/i/item/9789240013131.